Rapporto annuale 2001

Amnesty International - Pubblicazioni


Rapporto Annuale 2001

Map of Liberia (the Republic of)

Liberia (the Republic of)

Tortura, maltrattamenti e altre violazioni dei diritti umani continuano a essere commesse dalle forze di sicurezza. Difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati arrestati, aggrediti e costretti all'esilio. Prigionieri politici sono stati condannati al carcere dopo processi che non rispettavano gli standard internazionali per un processo equo. Non è stato fatto alcun progresso nelle indagini che riguardavano passate violazioni. La comunità internazionale ha continuato ad accusare il governo liberiano di appoggiare le forze ribelli responsabili delle atrocità nella confinante Sierra Leone.

I combattimenti nella regione di Lofa

Nel mese di luglio forze dell'opposizione hanno attaccato la regione di Lofa, nella Liberia del nord; contro di loro il governo ha schierato le forze armate, l'Unità antiterrorismo e i veterani di guerra. Il governo ha accusato il governo della Guinea di consentire attacchi alla Liberia da basi poste sul suo territorio. Migliaia di persone sono fuggite dalla regione di Lofa. A dicembre le autorità liberiane hanno riferito di circa 100 soldati uccisi nei combattimenti.

Da settembre le ostilità fra gruppi armati lungo i confini fra Liberia, Sierra Leone e Guinea hanno causato fughe di massa. Le autorità della Guinea hanno accusato gruppi armati sostenuti da Liberia e Burkina Faso, dall'opposizione armata in Sierra Leone e dai dissidenti della Guinea di aver ucciso centinaia di persone durante attacchi alle città di frontiera nella regione di Macenta in Guinea. Gli attacchi hanno causato fughe di massa di profughi liberiani e della Sierra Leone e di cittadini della Guinea.

Più di un centinaio di persone, soprattutto appartenenti al gruppo etnico dei mandingo, sono stati arrestati alle forze di sicurezza governative con il sospetto di sostenere le incursioni nella regione di Lofa. La maggior parte degli arrestati è stata trattenuta in incommunicado, senza accusa, in centri di detenzione non ufficiali - fra cui la base militare di Gbatala - e torturata. Pare che decine siano stati 'giustiziati' in via extragiudiziale. Il numero di coloro che sono stati tenuti in incommunicado e 'giustiziati' sommariamente, potrebbe essere più alto. I rifugiati della Sierra Leone, compresi bambini-soldato, pare siano stati reclutati dall'opposizione armata della Sierra Leone sostenuta dal governo liberiano. Ci sono state anche notizie di reclutamenti forzati di cittadini liberiani da parte delle forze di sicurezza liberiane. Guerriglieri, sembra provenienti dalla Guinea, sono stati accusati di rapire civili.

Scontri etnici sono esplosi a seguito delle incursioni e membri della comunità mandingo, sospettati di aver sostenuto i ribelli, sono stati attaccati da civili armati nelle regioni di Lofa e Nimba, sembra almeno in una occasione con il consenso delle forze di sicurezza locali.

Coinvolgimento nel conflitto in Sierra Leone

La comunità internazionale ha continuato ad accusare il governo liberiano di fornire armi, munizioni e uomini, in violazione dell'embargo delle Nazioni Unite del 1998, alle forze armate di opposizione della confinante Sierra Leone responsabili di atrocità su vasta scala nei confronti di civili.

Il governo liberiano ha continuato a negare gli addebiti accusando il governo statunitense e quello britannico di destabilizzare la Liberia, e ha chiesto una indagine indipendente.

Nel mese di giugno l'Unione Europea ha espresso preoccupazione per il ruolo della Liberia nel traffico dei diamanti dalla Sierra Leone e per la sua incapacità di impedire che le armi raggiungano le forze ribelli in Sierra Leone attraverso il territorio liberiano, e ha minacciato di sospendere gli aiuti alla Liberia. A luglio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto un embargo sull'esportazione di diamanti dalla Sierra Leone. Nel mese di ottobre il governo degli Stati Uniti ha imposto limitazioni sui visti per gli alti ufficiali liberiani; le autorità liberiane hanno annunciato misure analoghe reciproche.

Un gruppo di esperti delle Nazioni Unite, insediatosi in agosto per indagare sui collegamenti fra il traffico di diamanti e il conflitto in Sierra Leone, ha pubblicato il suo rapporto a dicembre. Il gruppo di esperti ha trovato prove a carico del governo liberiano che dimostravano il suo appoggio alle forze ribelli in Sierra Leone, fra cui addestramento militare e trasferimento di armi, e traffico di diamanti attraverso la Liberia da zone in mano ai ribelli. é stato provato anche il coinvolgimento di altri governi. Il gruppo di esperti ha chiesto che gli stati membri delle Nazioni Unite prendano misure adeguate, fra cui un embargo sui diamanti dalla Liberia e un divieto di spostamento per gli ufficiali liberiani.

AI ha chiesto che si indagasse sul commercio di diamanti in Africa occidentale e che lo si tenesse sotto controllo allo scopo di impedire che i diamanti dalle zone in mano ai ribelli della Sierra Leone finanziassero l'acquisto di armi usate per uccidere e mutilare civili in Sierra Leone.

Impunità

Non è stato fatto alcun passo avanti da parte delle autorità per assicurare alla giustizia i responsabili di gravi violazioni di diritti umani durante la guerra civile, durata sette anni e finita nel 1996. Non ci sono state neppure indagini indipendenti su omicidi politici e altre violazioni dei diritti umani commessi dalle forze di sicurezza o da gruppi armati operanti a sostegno del governo, avvenute dal ritorno al governo costituzionale nel 1997. I responsabili dell'uccisione di Samuel Dokie, ex ministro arrestato e più tardi trovato morto insieme ad altre tre persone nel 1997, non sono stati assicurati alla giustizia.

Non è stata fatta alcuna indagine indipendente su presunte esecuzioni extragiudiziali, torture e altre violazioni dei diritti umani contro membri del gruppo etnico krahn e durante i combattimenti nel settembre 1998 fra le forze leali al presidente Taylor e i sostenitori di Roosevelt Johnson, ex leader di fazione. Una indagine delle Nazioni Unite nel 1999 sui combattimenti ha portato alla luce resoconti di esecuzioni extragiudiziali e altre violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza del governo. I morti e i feriti sono risultati essere diverse centinaia e l'obiettivo primario i krahn. Il governo aveva detto che i morti e i feriti erano circa 100.

Non si è avuta notizia di alcuna formazione agli standard internazionali sui diritti umani per le forze di sicurezza, che comprendono forze speciali come l'Unità antiterrorismo, accusata di gravi violazioni di diritti umani. Fra le forze di sicurezza sono stati reclutati ex combattenti del gruppo armato di opposizione precedentemente guidato da Charles Taylor, il Fronte patriottico nazionale della Liberia, implicato in gravi violazioni di diritti umani, senza che fosse impartito loro alcun addestramento nel campo dei diritti umani.

Esecuzioni extragiudiziali e tortura

Sono state segnalate ulteriori esecuzioni extragiudiziali. Le forze di sicurezza hanno continuato a essere responsabili della tortura e del maltrattamento dei prigionieri politici e dei sospetti criminali. Organizzazioni liberiane per i diritti umani hanno chiesto la chiusura della base dell'Unità antiterrorismo a Gbatala, Liberia centrale, dove i prigionieri sono stati torturati. Le condizioni di detenzione nella maggior parte delle celle di polizia e prigioni hanno continuato a essere così dure da poter essere considerate trattamento crudele, inumano e degradante. Sono continuate le violenze e le molestie nei confronti di civili da parte di membri delle forze di sicurezza ed ex combattenti, specialmente nelle aree rurali.

*A maggio le guardie del corpo di un funzionario governativo avrebbero picchiato e bruciato tre persone in Monrovia, sospettate di aver derubato il funzionario. Uno di loro, Gbaela Willie, è morto in conseguenza delle ferite. La polizia di Monrovia avrebbe arrestato quattro guardie del corpo e aperto un'indagine sulla morte.

*A settembre un comandante dell'esercito ha detto di aver 'giustiziato' personalmente Aruna Boakai, funzionario dell'Unità antiterrorismo, nella città di Voinjama, regione di Lofa, per aver ucciso un soldato in agosto.

*A novembre una commissione del senato ha indagato sulle voci secondo le quali un senatore avrebbe ordinato alle forze di sicurezza di trattenere illegalmente, picchiare e fustigare civili nella regione di River Gee, Liberia sudorientale. L'indagine non era ancora stata completata alla fine dell'anno.

Attacchi alla stampa e ai difensori di diritti umani

Giornalisti e difensori dei diritti umani sono stati arrestati, fisicamente maltrattati e minacciati dalle autorità liberiane.

*A marzo Suah Deddeh, segretario del sindacato della stampa liberiano, è stato arrestato e interrogato da agenti delle forze di sicurezza dopo aver criticato la chiusura da parte delle autorità di due stazioni radio private, la Star Radio e Radio Veritas. é stato rilasciato il giorno dopo senza che venisse formulata alcuna accusa. Dopo alcune proteste, Radio Veritas ha potuto riaprire ma non Star Radio.

*Verso la fine di marzo James Torh, attivista di spicco nel campo dei diritti umani, ha lasciato il paese dopo che agenti dell'Unità antiterrorismo erano andati a cercarlo a casa sua per due volte. Nel dicembre 1999 era stato trattenuto per breve tempo e accusato di sedizione per presunte osservazioni critiche nei confronti del governo. Quando non si è presentato in tribunale per un'udienza in aprile, le autorità hanno ordinato che fosse nuovamente arrestato.

*In agosto quattro giornalisti - Sorious Samura, Gugulakhe Radebe, David Barrie e Timothy John Lambon -, che lavoravano per Channel 4, una stazione televisiva britannica, sono stati trattenuti per diversi giorni a Monrovia e accusati di spionaggio. I quattro sono stati picchiati dopo il loro arresto e uno di loro è stato minacciato di morte. Sono stati rilasciati incondizionatamente dopo numerose e diffuse proteste.

*A settembre alcuni impiegati del giornale indipendente "New Democrat", fra cui il direttore Charles Jackson, hanno lasciato la Liberia dopo aver ricevuto minacce di morte, intimidazioni e molestie dalle forze di sicurezza.

*A novembre uomini armati, probabilmente veterani della guerra civile, fra cui presumibilmente un ufficiale delle forze armate, hanno attaccato membri di un'organizzazione non governativa, il Centro per lo sviluppo democratico a Monrovia. Hanno pugnalato e ferito Conmany Wesseh, e aggredito Amos Sawyer, ex capo del governo liberiano ad interim durante la guerra civile e presidente del Centro, oltre ad altri membri del personale. L'ufficiale delle forze armate e sette altri sono stati successivamente accusati di minacce aggravate e rilasciati dietro cauzione in attesa del processo. Altre persone, ritenute ugualmente responsabili dell'attacco, non sarebbero stati indagati dalla polizia. Attivisti locali per i diritti umani hanno chiesto un'indagine indipendente. Persone arrestate in connessione con un attacco alla casa di Conmany Wesseh nel 1999 e con le minacce di morte contro la sua famiglia erano state rilasciate senza accuse né processo nonostante le prove a loro carico.

Processi per sedizione e tradimento

Un processo si è concluso e un altro è iniziato. Si è svolto l'appello di processi connessi con i combattimenti di Monrovia del settembre del 1998 fra le forze governative e le forze leali al leader di opposizione Roosevelt Johnson.

*A febbraio una corte marziale ha condannato a dieci anni di carcere quattro ufficiali dell'esercito accusati di sedizione: il generale Joseph Jarlee, il maggiore Alphonso Dubar, il sergente capo Alexander Gee e il soldato semplice Okpakakpu Monger. Altri cinque ufficiali sono stati prosciolti. Si è temuto che il processo non avesse rispettato gli standard internazionali per un processo equo e per le presunte intimidazioni agli avvocati della difesa. Gli imputati, che sarebbero stati picchiati dopo il loro arresto, hanno continuato a essere trattenuti in condizioni durissime in una caserma. Al generale Jarlee sarebbe stato rifiutato cibo adeguato e assistenza medica.

*A giugno è cominciato il processo per tradimento a cinque civili, Jardiah S. Farley, Charles C. Soboue, Kaye Gbagba, Alpha Massaley, Roosevelt Togba, sospettati di aver appoggiato le forze di Roosevelt Johnson. Il processo non si era ancora concluso alla fine del 2000.

*A dicembre la Corte Suprema ha ascoltato gli appelli di 13 persone condannate per tradimento nell'aprile 1999 e dell'accusa nello stesso caso che chiedeva sentenze più dure. La corte ha aumentato le condanne da 10 a 20 anni. Nell'aprile 1999 la corte penale aveva dato come motivazione di una sentenza clemente il "bisogno di genuina riconciliazione nel paese". Il processo era stato segnato da irregolarità e alcuni degli imputati erano stati picchiati duramente dopo l'arresto. La maggior parte erano ex funzionari governativi che scontavano condanne di 10 anni nella prigione centrale di Monrovia, dove sembra siano stati maltrattati e privati delle cure mediche necessarie.

*Ad agosto il governo liberiano ha emesso un ordine di arresto per Ellen Johnson-Sirleaf, un leader dell'opposizione in esilio, con l'accusa di tradimento, insieme ad altre 14 persone per il loro presunto appoggio ai ribelli. Degli accusati, solo Raleigh Seekie è stato arrestato ed era ancora in carcere in attesa di processo alla fine del 2000. Diversi altri civili sospettati di aver sostenuto i ribelli sarebbero stati arrestati in Monrovia e in altre parti del paese. Alla fine dell'anno non era noto se fossero stati rilasciati.

Rapporti di Amnesty International

Liberia: Crackdown on media signals further repression of human rights defenders (AI Index: AFR 34/001/2000)

Liberia: Attacks on media continue with the arrest of a foreign television crew (AI Index: AFR 34/002/2000)

Liberia: Fear for safety of Conmany Wesseh and others

(AI Index: AFR 34/004/2000)


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