Rapporto annuale 2001

Amnesty International - Pubblicazioni


Rapporto Annuale 2001

Map of Senegal (the Republic of)

Senegal (the Republic of)

Nonostante i tentativi di riportare la pace, nella contesa regione di Casamance sono proseguite le tensioni tra le forze governative e il Movimento delle forze democratiche della Casamance (Mfdc), un gruppo armato d'opposizione che reclama l'indipendenza della regione. Il numero di violazioni dei diritti umani è diminuito rispetto agli anni precedenti, sebbene le forze di sicurezza si siano macchiate, in numerose occasioni, di esecuzioni extragiudiziali, 'sparizioni' e torture. Alla fine del 2000, circa 30 persone sospettate di essere simpatizzanti del Mfdc rimanevano in carcere senza processo. Per la maggior parte di loro sembra si tratti di prigionieri per motivi d'opinione, arrestati solo perché appartenenti all'etnia diola. Tuttavia, anche i membri del Mfdc hanno continuato a commettere abusi contro la popolazione civile. A luglio, una corte senegalese ha respinto l'accusa di complicità in atti di tortura mossa contro l'ex leader del Ciad Hissein Habré, motivandola con l'impossibilità di perseguire crimini commessi in Ciad.

Contesto

I tentativi di trovare una soluzione pacifica ai diciotto anni di conflitto nella regione di Casamance, sono proseguiti per tutto il 2000. I colloqui di pace avviati a febbraio a Banul, in Gambia, hanno portato alla costituzione di una commissione mista composta di membri governativi ed esponenti del Mfdc, al fine di verificare un accordo di cessate il fuoco. A dicembre, a Zinguinchor, si è tenuto il primo incontro ufficiale tra le autorità senegalesi e il leader del Mfdc, padre Diamacoune Senghor. Tra i temi in agenda, sono stati dibattuti il destino delle basi militari, la liberazione dei prigionieri, il ritorno delle popolazioni rifugiate e l'attuazione dei progetti di sviluppo.

Tuttavia, nel 2000, la tensione nelle aree di conflitto è rimasta elevata e ha provocato problemi di confine con la Guinea Bissau, da dove guerriglieri sospettati di appartenere al Mfdc hanno lanciato attacchi sia contro soldati senegalesi sia contro civili della Casamance.

A marzo, si sono tenute le elezioni presidenziali che hanno visto, per la prima volta dal raggiungimento dell'indipendenza nel 1960, la sconfitta del partito socialista e del suo presidente Abdou Diouf.

Il leader della coalizione dei partiti d'opposizione, Abdoulaye Wade, appena eletto capo di stato ha immediatamente indetto un referendum costituzionale al fine di sciogliere l'assemblea nazionale, dove il partito socialista deteneva la maggioranza, e d'indire nuove elezioni legislative. Questo referendum era previsto a novembre, ma è stato posticipato per i primi mesi del 2001.

Detenzioni senza processo

Circa 30 sospetti simpatizzanti del Mfdc erano, alla fine del 2000, detenuti senza processo nelle carceri di Dakar e Kolda. La maggior parte di questi detenuti sono probabili prigionieri per motivi d'opinione, arrestati arbitrariamente in quanto membri dell'etnia diola. Molti di loro sono stati accusati di "attentato alla sicurezza dello stato", senza che alcuna prova di un loro coinvolgimento individuale in atti di violenza sia stata portata a supporto di tale accusa.

A Kolda, almeno quattro cittadini della Guinea Bissau erano, alla fine del 2000, detenuti senza processo. Le ragioni del loro arresto non sono mai state chiarite.

Esistono serie preoccupazioni per le condizioni delle persone detenute a Kolda, poiché a nessun'organizzazione umanitaria, né alla senegalese Conferenza africana per la difesa dei diritti umani (Raddho), né alla Lega dei diritti umani della Guinea Bissau, è stato permesso, nonostante le ripetute richieste, di visitare il carcere.

Esecuzioni extragiudiziali e 'sparizioni' nella Casamance

Il numero di violazioni dei diritti umani è diminuito in rapporto agli anni precedenti, specialmente dopo l'aprile del 2000, con la nomina, a Ziguinchor, di un nuovo comandante dell'esercito. Tuttavia, nella Casamance, le forze di sicurezza si sono macchiate di numerosi crimini, quali esecuzioni extragiudiziali, 'sparizioni' e torture.

A gennaio, Momany Tendeng risulta essere stato 'giustiziato' da soldati nei pressi del campo militare di Nyassia. A marzo, altri due giovani, Daniel Sambou e Denis Sambou, sono stati colpiti a morte da soldati che in seguito hanno costretto alcuni civili a seppellirli.

Molte persone sono 'scomparse' dopo il loro arresto compiuto dalle forze di sicurezza, tra questi Jean Dacougna, un quarantene malato di mente arrestato in febbraio a Ziguinchor, e Ephène Diatta, arrestato in marzo a Kabrousse. Alla fine del 2000, la sorte di entrambi rimaneva sconosciuta.

Abusi commessi dal Mfdc

Nonostante l'accordo di cessate il fuoco, sottoscritto dal leader del Mfdc, alcuni elementi della frangia armata del Mfdc hanno continuato a sottoporre i civili ad abusi dei diritti umani. A febbraio, gruppi armati hanno bombardato la zona del Niaguis, apparentemente per dissuadere la popolazione dal partecipare alle elezioni presidenziali. Per tutto il 2000, i civili hanno subito attacchi durante i trasferimenti in auto o durante il lavoro nei campi, mentre i loro beni erano sottratti da presunti membri del Mfdc. Ad aprile, padre Diamacoune Senghor ha condannato pubblicamente l'attacco lanciato da Salif Sadio, uno dei leader militari della frangia armata del Mfdc, e in seguito ha protestato contro il sottrarsi da parte di questi gruppi armati alla sua autorità e il mancato rispettato del cessate il fuoco.

Impunità: il caso Habré

A febbraio, Hissein Habré, ex presidente del Ciad che nel 1991 aveva trovato rifugio in Senegal, è stato imputato di complicità in torture a seguito di una denuncia da parte di cittadini del suo paese, vittime di tali abusi, e di una coalizione di organizzazioni non governative. Hissein Habré è stato messo agli arresti domiciliari mentre sono cominciate le indagini sul suo caso. A luglio, un tribunale del Senegal ha archiviato il caso, motivando tale scelta con l'impossibilità di perseguire crimini commessi in Ciad. Amnesty International ha espresso la propria delusione per un regolamento giudiziario che impedisce a un tribunale senegalese di esercitare la giurisdizione universale sui casi di tortura avvenuti in Ciad. La coalizione delle organizzazioni non governative si è appellata contro tale sentenza presso la corte di cassazione, la quale, alla fine dell'anno, non si era ancora pronunciata.


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