Rapporto annuale 2001

Amnesty International - Pubblicazioni


Rapporto Annuale 2001

Map of Sudan (the Republic of the)

Sudan (the Republic of the)

La guerra civile ha continuato a sconvolgere la vita di innumerevoli civili per tutto il 2000. I più colpiti sono stati coloro che vivono nelle vicinanze dei giacimenti di petrolio, là dove le forze pro-governative e l'opposizione armata si sono scontrate per il controllo della produzione petrolifera e delle relative aree. Tutte le parti in conflitto hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani contro i civili che vivono nelle zone contese, fra cui bombardamenti indiscriminati, rapimenti, riduzione in schiavitù, reclutamento forzato, torture e uccisioni. Decine di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case. Nonostante il governo affermi che la situazione dei diritti umani nelle zone sotto il suo controllo stia migliorando, avvocati, giornalisti, studenti e difensori dei diritti umani hanno subito vessazioni e intimidazioni. A decine sono stati arrestati e torturati. I responsabili di violazioni dei diritti umani non sono stati messi sotto processo. Nelle città sotto il controllo del governo, le limitazioni alla libertà di espressione e associazione continuano.

Contesto

Alla fine del 2000, la guerra civile, ripresa nel 1983, era costata la vita a quasi 2.000.000 di persone ed era stata la causa dello sfollamento forzato di altre 4.500.000 persone. Inoltre, si ritiene che circa 500.000 persone abbiano cercato asilo all'estero. Le principali parti in conflitto dal 1983 sono quelle che sostengono il governo - che comprendono le forze armate del popolo sudanese (l'esercito regolare), le milizie di difesa popolare e vari altri gruppi di milizie conosciuti come i murahaleen - e le forze dell'opposizione, composte dall'Esercito di liberazione del popolo sudanese (Spla) insieme a varie milizie alleate. La spinta per il controllo del petrolio e delle zone dove si trovano i giacimenti petroliferi ha avuto un'importanza centrale nella guerra fra le forze armate del governo e dell'opposizione, oltre che nelle lotte in corso fra fazioni delle varie milizie. Per esempio, i 1600 km di oleodotto entrati in funzione nell'agosto del 1999 hanno continuato a essere l'obiettivo di ripetuti attacchi delle forze di opposizione.

Oltre al conflitto fra l'esercito regolare e lo Spla, è esploso un altro conflitto fra le varie milizie alleate col governo o con lo Spla. Queste forze cambiano spesso di campo. é stato stimato che negli ultimi anni, in seguito alle lotte interne alle fazioni hanno perso la vita più persone di quante siano morte negli scontri con le forze del governo. Il governo ha perseguito la politica di fornire sostegno e armi ai comandanti delle varie milizie e ha incoraggiato lo scontro interno fra le fazioni, il che ha avuto come conseguenza vaste distruzioni e povertà per la popolazione civile. é venuto meno in luglio il cessate il fuoco umanitario, concordato a Bahr el-Ghazal fra Spla, Nazioni Unite e associazioni umanitarie riunite sotto la sigla Operation Lifeline Sudan (Ols), per fornire cibo ai civili coinvolti nel conflitto. Tuttavia, è stato in seguito raggiunto un nuovo accordo fra l'Ols e il governo, che ha consentito ai soccorsi di riprendere. Anche se il cessate il fuoco non è stato ristabilito, è stata concordata una tregua di dodici giorni in ottobre per consentire all'Unicef di eseguire le vaccinazioni antipolio. Alcune Ong hanno accusato il governo di non rispettare questa tregua e di aver bombardato le città.

Lo stato di emergenza dichiarato nel dicembre 1999 è rimasto in vigore per la maggior parte dell'anno. In dicembre si sono tenute le elezioni del presidente e del parlamento. Sia gli osservatori delle Nazioni Unite sia quelli dell'Unione Europea hanno respinto gli inviti a seguire le elezioni, che secondo un'opinione diffusa presentavano gravi elementi d'irregolarità. Gli arresti di giornalisti, oppositori politici e attivisti per i diritti umani si sono intensificati con l'avvicinarsi delle elezioni, che i principali partiti dell'opposizione hanno invitato a boicottare. La popolazione delle zone sotto il controllo dei ribelli non ha preso parte alle elezioni. Il presidente Omar al-Bashir, al potere dal 1989, è stato dichiarato vincitore delle elezioni.

Sfollati

Decine di migliaia di persone sono state spinte col terrore a lasciare le proprie case nell'area del Nilo superiore ricca di petrolio in seguito a bombardamenti aerei, esecuzioni in massa e torture. La vasta evacuazione è stata seguita dal dispiegamento di ulteriori armi e forze per proteggere i pozzi petroliferi. Raccolti e bestiame sono stati dati alle fiamme e saccheggiati per impedire alla popolazione di tornare nelle proprie case. Anche i bombardamenti nella zona nord di Bahr-el-Ghazal hanno portato allo sfollamento massiccio della popolazione civile.

Bombardamenti di civili

È continuato il bombardamento indiscriminato dei civili nel sud del paese. La protesta internazionale per il bombardamento di ospedali e scuole in febbraio e marzo ha indotto il presidente al-Bashir a ordinare alle sue forze di interrompere le azioni di bombardamento aereo se non giustificati per autodifesa o durante operazioni militari per "proteggere la vita e la proprietà". Tuttavia, in seguito al fallimento del cessate il fuoco umanitario di Bahr el-Ghazal si sono intensificati i bombardamenti, in particolare da settembre e sembra che siano stati colpiti obiettivi civili in altre zone del paese, fra cui Equatoria orientale, il Nilo superiore e il Nilo Blu meridionale.

*Solo in luglio, si ritiene che più di 250 bombe abbiano colpito obiettivi civili in almeno 30 diversi casi, provocando morti e sconvolgendo i raccolti e la consegna degli aiuti a Bahr-el-Ghazal.

Bambini soldato

L'arruolamento nelle forze armate è obbligatorio sia per gli uomini che per le donne e la legge dispone che l'addestramento militare sia condizione preliminare per l'accesso all'educazione superiore e universitaria, oltre che per alcuni lavori. Ci sono state prove crescenti dell'impiego di bambini soldato da parte di varie fazioni in conflitto. Ci sono stati rapporti di bambini rapiti per le strade di Khartum e reclutati a forza nelle forze di difesa popolare. I genitori non sono stati informati e la maggior parte delle giovani reclute sono state inviate sul fronte. Sono stati riferiti maltrattamenti di reclute bambini.

*Il 29 maggio il corpo del diciassettenne Ghassan Ahmed Al Amin Haroun è stato portato all'obitorio di Khartum dal campo di addestramento militare congiunto di Jabal Awlia. Era entrato nell'esercito due giorni prima. L'autopsia ha evidenziato ferite sulle mani, la schiena, il piede e l'occhio destri e lividi in altre parti del corpo e ha accertato la causa della morte come "collasso respiratorio". Le autorità non hanno commentato i risultati dell'autopsia ma poco dopo hanno posto la famiglia sotto sorveglianza da parte delle forze di sicurezza.

*Il sedicenne Mohanad Abdelrahman M. Zakana è morto nel campo d'addestramento militare di Aljouli in maggio. Si ritiene che la sua morte sia stata causata dal duro trattamento riservato alle giovani reclute. Sembra che gli sia stato negato un trattamento medico adeguato, dopo che era crollato per un colpo di sole.

I bambini hanno continuato a essere reclutati a forza dallo Spla, nonostante esso avesse informato l'Unicef dell'intenzione di smobilitare tutti i bambini all'interno delle sue forze e interrompere il reclutamento di minori.

Schiavitù

Sebbene il governo abbia continuato a negare l'esistenza della schiavitù, si ritiene che migliaia di persone in Sudan siano tenute in condizioni di lavoro forzato o schiavitù. Le stime variano sul numero di persone tenute in schiavitù; alcune organizzazioni non governative ne valutano il numero fino a 100.000, mentre le fonti governative stimano una cifra di 5000. Ci sono numerosi notizie di schiavitù sessuale, specialmente nelle aree coinvolte nel conflitto armato. Quanti sfuggono alla schiavitù riferiscono di diffuse torture, compreso lo stupro, e matrimoni forzati.

Tortura e maltrattamenti

Continuano a giungere denunce sulla diffusione della tortura e dei maltrattamenti in molte città controllate dal governo. I timori maggiori riguardavano gli oppositori politici le denunce di tortura non vengono indagate e i responsabili non vengono consegnati alla giustizia. Ci sono stati anche denunce di tortura che si riferiscono ai territori controllati dallo Spla.

*Non vi sono state indagini sulla morte in detenzione di Joseph Adhiang Langlang, Abdallah Col, Hassan Abu Adhan e Gladino Sam Okieny. Pare siano morti per le torture subite. I 4 uomini erano stati detenuti con Hillary Boma e altre 25 persone, accusate di aver piazzato bombe a Khartum nel 1998. Dopo che Hillary Boma e i suoi compagni di prigionia erano stati graziati e rilasciati nel dicembre del 1999, non vi sono state indagini sulle loro denunce di tortura.

*A dicembre 8 membri dell'opposizione sono stati arrestati durante un incontro con un diplomatico statunitense. Sono stati accusati di progettare un colpo di stato. Qualche giorno dopo sono stati arrestati due avvocati, Ghazi Suleiman e Ali Mohammud Hasanain, per aver firmato una petizione contro il loro arresto. Ghazi Suleiman ha subito una ferita alla testa ed è stato ricoverato due volte mentre era detenuto, facendo temere che fosse stato torturato. I 10 detenuti sono stati trattenuti in luoghi di prigionia segreti, in isolamento e senza accesso a cure mediche, né alla famiglia o agli avvocati.

Amputazioni

Durante il 2000 almeno 12 persone sono state condannate all'amputazione di parti del corpo. Almeno un'amputazione è stata eseguita.

*In marzo Al Salik Obeid ha subito l'amputazione della mano destra e del piede sinistro nel carcere di Kober.

Stupri e altre violenze contro le donne

La violenza contro le donne da parte di combattenti di entrambe le fazioni, da sempre una caratteristica del conflitto in Sudan, si è intensificata nel corso dell'anno. Sono stati riportati numerosi casi di abuso sessuale, fra cui schiavitù sessuale, stupro e gravidanze forzate. Lo stupro è stato usato come tattica di guerra sia dal governo sia dalle forze dell'opposizione, per degradare e umiliare i civili nelle zone di conflitto. Tuttavia, a causa del tabù e dello stigma associato allo stupro, le denunce sono rare e l'impunità per i violentatori è la norma. Sono stati segnalati diversi casi di donne rapite mentre raccoglievano legna o acqua e costrette a portare pesanti carichi di merci, sequestrate nei villaggi saccheggiati. Le donne sono anche state costrette a pulire, cucinare e fornire servizi domestici nelle caserme e nei campi militari.

I diritti delle donne

Le violazioni dei diritti delle donne sono state numerose. Nel Sudan centrale, specialmente a Khartum, le donne hanno dovuto subire severe restrizioni alla loro libertà di movimento.

*A settembre il governatore di Khartum ha emesso un decreto che proibisce alle donne di lavorare in luoghi pubblici. Alcuni giorni dopo, 26 donne sono state arrestate e tre ferite quando la polizia ha usato gas lacrimogeno e sfollagente per disperdere una manifestazione pacifica contro il decreto.

Il decreto è stato contestato presso la corte costituzione che in ottobre ha sospeso temporaneamente il divieto. La decisione finale della corte non era stata ancora emanata alla fine dell'anno.

Studenti e difensori per i diritti umani

Durante il 2000 studenti e attivisti per i diritti umani hanno subito vessazioni e intimidazioni, particolarmente a Khartum e nelle zone vicine. Le forze di sicurezza hanno impedito o interrotto attività studentesche e gli studenti coinvolti sono stati arrestati e torturati; uno è stato ucciso.

*In giugno i soldati hanno aperto il fuoco contro gli studenti riuniti in seminario sulla crisi in Sudan alla università di Senna. Un partecipante, 'Mirghami Mahmoud al-Norman, è stato ucciso e molti altri feriti. Nei giorni seguenti alla sparatoria, si sono svolte diverse manifestazioni a sostegno degli studenti. Almeno undici uomini, fra cui sette studenti, sono stati arrestati e accusati di disordini e disturbo dell'ordine pubblico. Si ritiene che tutti siano stati torturati e la maggior parte sono stati ricoverati in ospedale per le conseguenze.

Avvocati e parenti che cercavano di seguire casi di violazioni dei diritti umani hanno spesso dovuto subire persecuzioni e ripetuti ordini di comparizione presso le stazioni di polizia o le sedi delle forze di sicurezza. I colpevoli di violazioni dei diritti umani, al contrario, non sono stati perseguiti dal sistema giudiziario.

*Alcuni parenti che chiedevano giustizia per una ragazza undicenne violentata da un agente di polizia nel maggio 1999 sono stati minacciati e vessati. Le autorità hanno cercato ripetutamente di sottoporre la ragazza a ulteriori esami medici intrusivi. Tuttavia, invece di perseguire l'accusa di stupro, le autorità sudanesi hanno scelto di considerare il caso una questione di "sicurezza". I membri della famiglia e gli avvocati che li rappresentavano sono stati invitare a presentarsi al Dipartimento federale di investigazione criminale e le forze di sicurezza hanno sequestrato documenti dagli uffici degli avvocati. Né i parenti né gli avvocati sono stati accusati di un reato definito.

Rapporti di Amnesty International sul paese

Sudan: Oil in Sudan - Deteriorating human rights (AI Index: AFR 54/001/2000)


join_amnesty_f_o.gif
© Amnesty International - Sezione Italiana
per maggiori informazioni: info@amnesty.it